Un museo nato in clima post unitario allestito in un palazzo storico, ritrovandosi al tempo delle community e circondato da una nuova società “meticcia”, non può non interrogarsi sul senso del suo esistere e sulla sua capacità di trasmettere ancora il valore che conserva. Le opere che costituiscono la memoria di un luogo, di cui un museo si fa custode, rischiano di divenire inquietanti polverosi ricordi di un passato lontano e difficile da decifrare.
Il quartiere si mostra ora sensibile e inizia a sviluppare una certa fiducia nei confronti di un linguaggio espressivo dal quale inconsciamente subiscono un certo benessere e da cui iniziano a percepire un senso di appartenenza e di legame con la città, di cui nei musei si custodisce l’anima. Prenderà avvio a questo punto Chromaesis Museum, che porterà all’interno del museo gli abitanti del quartiere per farli divenire protagonisti attivi nel ripensare la comunicazione stessa del museo nella percezione del valore delle opere.
Una testimonianza della storia della millenaria storia del quartiere che si integra con nuove culture e popolazioni.
La Pinacoteca civica di Jesi grazie in stretta sinergia con altri soggetti coinvolti in questa fase del progetto, ha ospitato Il laboratorio di narrazione collettiva Radio Penelope, ideato dall’attrice e sceneggiatrice Lucia Palozzi, coinvolge anche quest'anno un gruppo di donne italiane e straniere al fine di tessere insieme una riflessione sui concetti di comunità, identità e integrazione utilizzando le stoffe come medium di un intimo dialogo al femminile.
Guidando i ragazzi nella conoscenza dei colori, la designer Sabina Angelelli realizzerà un laboratorio analizzando la simbologia e i significati psicologici del colore per far riflettere i ragazzi sul tema dell’integrazione.
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